L'utilizzo dell'interoperabilità tra sistemi informativi del Mibact in emergenza nelle calamità naturali, Carlo Cacace, ISCR
Cooperazione tra civili e militari nella tutela del patrimonio culturale a rischio in stato di emergenza. Il ruolo delle organizzazioni della società civile, Claudio Cimino, World Association for the protection of Tangible and Intangible Cultural Heritage (WATCH)
The Expanding Roll of Cultural Intelligence - Using Opensource Data as a means for Countering and Documenting Threats to Cultural Property, Lynda Albertson, Association for Research into Crimes against Art — ARCA
La difesa del Patrimonio Culturale dai rischi naturali – il progetto PROTHEGO, Daniele Spizzichino, ISPRA
Remote sensing for natural and cultural monitoring and preservation, Rosa Lasaponara, CNR-IMAA
La ricostruzione di una identità culturale in situazioni post-belliche, Annalisa Cipriani, Italia Nostra
No border line: humanity and cultural heritage of the middle-east in time of conflicts, Samer Abdel Ghafour, Founder ArcheologyIN
Moderatore: Lynda Albertson
ABSTRACT DEGLI INTERVENTI
L'utilizzo dell'interoperabilità tra sistemi informativi del Mibact in emergenza nelle calamità naturali, Carlo Cacace, ISCR
Con il Piano eGov 2012 viene dato avvio a un programma di interventi per l'innovazione digitale nel settore dei beni culturali, finalizzato alla realizzazione della completa digitalizzazione dei servizi e delle risorse inerenti il patrimonio culturale. Tra i progetti strategici individuati nella convenzione sottoscritta nel 2009 tra il Segretario generale del MiBACT e il Capo Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie della Presidenza del Consiglio dei ministri vi era l'evoluzione verso un portale disponibile per tutti gli utenti del sistema Vincoli in rete, realizzato dall'Istituto superiore per la conservazione e il restauro e già attivo per alcune tipologie di professionisti. Vincoli in rete diviene così una piattaforma di
cooperazione applicativa che integra le diverse applicazioni informatiche esistenti nel MiBACT contenenti dati relativi ai beni architettonici, archeologici e paesaggistici, consentendo un punto di accesso unico per professionisti e cittadini e funzionari dell'amministrazione dove reperire tutte le
informazioni anagrafiche ed amministrative relative al patrimonio culturale immobile. Vincoli in rete integra quindi strumenti diversi che vanno dal censimento, alla catalogazione, alla vincolistica, alla georeferenziazione cartografica, fondando l'identificazione univoca del bene sul suo numero di catalogo generale.
Vincoli in rete ha realizzato l'interoperabilità con le seguenti banche dati:
> la banca dati informatizzata delle schede di vulnerabilità sulla stato di conservazione, sulla vulnerabilità e rischio sismico e di tutti i decreti di vincolo dei beni architettonici e archeologici emessi dal 1909 al 2003, gestita dall'Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro
(www.cartadelrischio.it);
> la banca dati del sistema informativo Beni Tutelati, contenente i decreti di vincolo emessi a partire dal 2004, gestito dalla Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l'architettura e l'arte contemporanee (www.benitutelati.it);
> il sistema informativo generale del catalogo (SIGECweb), contenete le schede di catalogo del patrimonio culturale, gestito dall'Istituto centrale per il catalogo e la documentazione (www.sigecweb.beniculturali.it);
> la banca dati dei vincoli paesaggistici (SITAP), gestita dalla Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l'architettura e l'arte contemporanee (www.sitap.beniculturali.it).
Attualmente il sistema coopera con il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, con Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), con le Autorità di Bacino e Amministrazioni Statali.
Cooperazione tra civili e militari nella tutela del patrimonio culturale a rischio in stato di emergenza. Il ruolo delle organizzazioni della società civile, Claudio Cimino, World Association for the protection of Tangible and Intangible Cultural Heritage (WATCH)
Several international agreements for the protection of cultural heritage in times of conflict were introduced in the past, however, only in 1954, after experiencing the horrible effects produced by the modern warfare during World War II, The Hague Convention for the Protection of Cultural Property (Heritage) in the Event of Armed Conflict and its first protocol were introduced. A comprehensive instrument binding all States Parties to precise rules to be applied before, during and after armed conflicts to protect movable and immovable heritage including archives, libraries, etc. including provisions for the safety of cultural operators deployed to implement protective measures to their safeguarding or rescue. The Convention calls on States Parties to introduce measures also during times of peace to protect cultural heritage from earthquakes, floods, fires but also any other types of hazards depending on the territory.
In 1999, after a rampage of violent conflicts registered during the previous decade, the Second Protocol to the Convention was introduced since the Convention that far had little application due to lack of guidelines for its implementation.
In fact, when catastrophic events occur due to climate changes, global warming, natural disasters and human activities or their domino combination (e.g. Fukushima) only countries that invest on the study and deployment of concrete preventive risk mitigation and response measures can expect to reduce, if not spare, heavy damage or total loss of movable and immovable cultural heritage. That is why basically all UNESCO conventions dealing with cultural heritage request States Parties to device and implement appropriate protective measures.
To secure cultural heritage resilience requires a well organised, methodical approach, proper training and the establishment of an effective scheme of civil military cooperation between different national and local, public and private stakeholders including the concerned state agencies, local authorities, specialised civil society organisations, professional associations, etc.
It is in such a framework that, in reaction to the rapid escalation of armed conflicts, in 2003 was conceived WATCH. A no-profit, apolitical, non confessional, neutral, global network of cultural heritage volunteer stakeholders and experts worldwide who joined with the main objectives to contribute to the protection of tangible and intangible cultural heritage and, to gradually develop an early detection system against the risks of destruction, vandalism, illicit trade, looting, pillaging before, during and after conflict. In other words, we try to contribute to the safeguarding of cultural heritage according to the criteria set by the 1954 Hague Convention for the Protection of Cultural Property in the Event of Armed Conflict.
The video that you can see during my speech will give you an idea about the type of activities that we implement in coordination with States Parties including local civil society organisations in an attempt to contribute create local committees of the Blue Shield. All this within an international cooperation framework. In this endeavour we often receive backstopping from UNESCO, ICCROM, and several other specialised national and international organisations.
La difesa del Patrimonio Culturale dai rischi naturali – il progetto PROTHEGO, Daniele Spizzichino, ISPRA
Il patrimonio culturale è continuamente minacciato da diversi fattori ambientali e antropici. Lo studio e l’analisi dei rischi naturali e del loro impatto sul patrimonio culturale alla scala nazionale ed Europea (specialmente in aree vaste e remote), è estremamente difficile a causa della scarsità di dati di base disponibili oltre che time consuming.
L’esigenza di strumenti informatici e tecnologici snelli e potenti, in grado di evidenziare tali impatti potenziali prima di danni irreparabili, è una delle grandi sfide nel settore della protezione e conservazione preventiva.
Il progetto PROTHEGO attraverso applicazioni di remote sensing satellitare, (interferometria radar) in grado di monitorare deformazioni al suolo con precisioni millimetriche, si pone come obbiettivo l’applicabilità di tale tecnica sui cosiddetti geo-hazards (e.g. terremoti, frane, subsidenza, vulcani) che potenzialmente interessano il patrimonio culturale Europeo. Per esaltare l’impatto del progetto, la metodologia è stata estesa agli oltre 400 siti della UNESCO World Heritage List (WHL) dell’Europa geografica. In seguito alla preventiva analisi satellitare, una studio di dettaglio alla scala di sito verrà implementato su alcuni siti pilota rappresentativi per tipologia di hazard (e.g. sismico, vulcanico, franoso) e di patrimonio (e.g. archeologico, architettonico), con l’obiettivo di capire nel dettaglio e verificare le cause e i possibili trends delle deformazioni osservate (www.prothego.eu).
Remote sensing for natural and cultural monitoring and preservation, Rosa Lasaponara, CNR-IMAA
The use of EO technologies in archaeology is stepping in its golden age characterized by an increasing growth of both classical and emerging technologies and multidisciplinary methodologies, addressed to the study and conservation of natural and cultural heritage. The availability of the new technologies have opened new infinite possibilities, unthinkable only a few years ago especially for archaeology and cultural landscape that is an integral part of our archaeological heritage being that it preserves the main features that identity the evolutionary history of civilization over time.
A wide availability of 3D technologies, from active and passive satellite, aerial and ground sensors, including laser scanning, GIS mapping tools, virtual 4D modeling, augmented reality etc enables us to address manifold strategic challenges. Thus opening a new horizon in Archaeology. The impact of digital technologies for archaeology regards researchers, professionals as well as end-users. This is clearly evident thinking about, for example, the new portable devices, as tablets and smart-phones, nowadays equipped with integrated GPS, very powerful processors and video cards, which permit us to enjoy virtual reconstructions as well as an increasing amount of information available “exactly on site and on time”.
Moreover, we already live in an age of a growing availability of free data and open access software tools that enhance a powerful link between in situ investigations and computer-based analysis thus offering a new opportunity for the exploitation of scientific outcomes. Therefore, the new and emerging challenges are the dissemination of data, the interoperability, the costs, simplicity in use and speed of applications, to make them open and understandable to everybody.
The lecture will be focused on:
-- An Overview on active and passive satellite remote sensing technologies for documentation, monitoring and preservation of natural and cultural heritage
-- Remarkable case studies selected from Europe, Africa, Asia and Southern America
La ricostruzione di una identità culturale in situazioni post-belliche, Annalisa Cipriani, Italia Nostra
Sulle macerie della guerra, a simbolica consegna dei Padri Costituenti alla società civile, con l’art.9 della Costituzione nasce Italia Nostra che darà origine e impulso dal suo interno al FAI, WWF ed Europa Nostra per affermare il valore identitario di un Patrimonio storico artistico e naturale a carattere universale.
Con questi principi fondativi l’associazione ha costruito interventi di cooperazione internazionale in campo educativo, là dove guerre e distruzioni hanno minato coesistenze secolari di culture e religioni diverse, soprattutto nell’area balcanica (Bosnia e Albania) e nel bacino del mediterraneo, (Palestina Armenia Turchia) Testimonianze ed esperienze che illustreremo brevemente in quest’occasione.