Dissesto idrogeologico e valutazione del rischio connesso tramite approcci a scala differente: dati da remoto e dati in sito. L’informazione oggi disponibile è sufficiente per gli scopi di protezione dei rischi idrogeologici? I dati sono utilizzabili o necessitano di approfondimenti? Monitoraggio in tempo reale e allerta: tecnologie esistenti e futuri sviluppi.

comitato organizzatore del Forum

15:45 - 17:00 Difesa del suolo e recupero del Territorio

Movimento franoso nel Comune di Montescaglioso (MT): analisi cinematica degli spostamenti avvenuti all'interno dell'area in frana, relativamente alla fase di attivazione del movimento del 3 dicembre 2013, Alessandro Troccoli, ISPRA

Applicazione di un sistema di monitoraggio integrato di fenomeni franosi mediante la tecnica dell’Interferometria Differenziale SAR (DInSAR) - Esperienza in ambito PST-A, Diego Di Martire, GIA Consulting

Integrazione tra analisi termografica con drone e geochimica dei gas per l’individuazione di fughe occulte di biogas dagli impianti di discarica, Raffaele Battaglini, TerreLogiche, Brunella Raco,  Istituto di Geoscienze e Georisorse (IGG-CNR)

Il SIT delle dighe del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: strati informativi ed esempi applicativi, Domenico Chiarolla, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Vittorio Gagliardi, Epsilon Italia

"Landslide Susceptibility GIS Modeling" Strumento per la pianificazione territoriale e l'Insurance Risk Management, Valerio Salvitti - Alessandro Cecili, Università Roma Tre


Moderatore: Marco Amanti, ISPRA


In questa sessione verranno indagati temi relazionati alla reale utilità e precisione delle attuali e innovative tecnologie di acquisizione dati da remoto (sia in orizzontale che in verticale) e sulla loro completezza per sviluppare una valutazione corretta della pericolosità e del rischio da frana e sprofondamento. Un approfondimento sarà dedicato all'analisi geofisica svolta nell'area del workshop in campo per evidenziare eventuali rischi di sprofondamento. Spazio sarà anche dedicato alle soluzioni GIS per la gestione del territorio e dei rischi, anche in relazione alle implicazioni per il settore assicurativo.


Abstract degli interventi

Movimento franoso nel Comune di Montescaglioso (MT): analisi cinematica degli spostamenti avvenuti all'interno dell'area in frana, relativamente alla fase di attivazione del movimento del 3 dicembre 2013, Marco Amanti, Vittorio Chiessi e Alessandro Troccoli, ISPRA

Nell’ambito delle attività conseguenti l’attivazione del fenomeno franoso del 3 dicembre 2013 nel comune di Montescaglioso, ISPRA, come centro di competenza del Dipartimento per la Protezione Civile, ha avviato una serie di attività di studio del fenomeno franoso. Questo contributo sintetizza la parte relativa all’analisi cinematica degli spostamenti avvenuti all'interno dell'area in frana con l’ausilio di dati rilevati su piattaforma aerea. L’analisi parte dalle immagini orto-fotografiche e dai dati lidar, pre e post evento, al fine di identificare porzioni della frana con caratteristiche di spostamento omogenee.ronto tra le due fonti.

 

Applicazione di un sistema di monitoraggio integrato di fenomeni franosi mediante la tecnica dell’Interferometria Differenziale SAR (DInSAR) - Esperienza in ambito PST-A, Diego Di Martire, GIA Consulting

La conoscenza del territorio è un aspetto fondamentale per avviare interventi di mitigazione del rischio derivante da possibili fenomeni franosi. A tal fine l’approccio integrato tra tecniche diverse quali il Telerilevamento (Interferometria satellitare) e le indagini in situ (geofisiche e geotecniche) si sono dimostrate essere la via corretta per il monitoraggio delle deformazioni del terreno. GIA Consulting applicando tale approccio insieme a una funzione map-overlay del geoDSS (prodotto GIA Consulting) ha ottenuto, nell'ambito del PST-A, risultati significativi in termini di coincidenza tra gli eventi censiti con le due modalità di rilievo.

 

Integrazione tra analisi termografica con drone e geochimica dei gas per l’individuazione di fughe occulte di biogas dagli impianti di discarica, Raffaele Battaglini, TerreLogiche, Brunella Raco,  Istituto di Geoscienze e Georisorse (IGG-CNR)

Il lavoro presentato è stato effettuato come perizia, richiesta dal Giudice per le Udienze Preliminari, nell’ambito di un procedimento giudiziario volto a verificare la corretta realizzazione di tre discariche afferenti ad un unico comparto. I corpi discarica oggetto di indagine, contigui ma separati tra loro, sono stati realizzati in scavo all’interno di formazioni prevalentemente calcaree. Le indagini qui presentate erano finalizzate a verificare se le opere di contenimento dei gas, generati dalla fermentazione della materia organica, fossero state eseguite a regola d’arte e se avessero l’efficienza necessaria per impedire la fuoriuscita del biogas attraverso le pareti laterali delle discariche. È infatti noto che, in mancanza di sistemi di confinamento e captazione efficaci, il biogas, oltre a fuoriuscire dalla copertura, può migrare nelle rocce e sedimenti incassanti e, attraverso orizzonti permeabili, diffondersi nei territori circostanti con ovvie conseguenze in termini di depauperamento ambientale e rischi di accumulo e inneschi di esplosioni. Per evidenziare l’eventuale presenza di fuoriuscite occulte del biogas e verificarne estensione e caratteristiche, è stata realizzata una indagine multidisciplinare attraverso la realizzazione di indagini dirette e indirette consistite: (i) nell’acquisizione di immagini termiche acquisite da SAPR (drone), (ii) nella valutazione dei flussi di biogas (CO2 e CH4 ) all’interfaccia aria-suolo al contorno delle discariche, (iii) nel campionamento e analisi chimica (CO2 , CH4 , N2 , O2 , Ar) e isotopica (δ13C su CH4 e CO2 ) dei gas interstiziali prelevati esternamente ai corpi discarica. Le misure di flusso, realizzate con la tecnica della camera d’accumulo statica, effettuate sia in prossimità degli impianti, sia in posizioni remote (586 misure totali), hanno evidenziato la presenza di emissioni rilevanti di CO2 e CH4, in più settori del perimetro delle discariche, con situazioni particolarmente critiche all’esterno del lotto di maggiore estensione. Analogamente la mappatura termica dell’area, realizzata attraverso ortorettificazione, georefenziazione e mosaicatura delle riprese termografiche, ha evidenziato aree termicamente anomale anche a oltre 50 m dal confine dei corpi discarica. In corrispondenza di tali aree sono state eseguite ulteriori misure con la camera d’accumulo per verificare la corrispondenza tra anomalia termica ed emissione di biogas. Infine, nelle zone in cui era stata verificata la presenza di cospicui rilasci di gas in atmosfera, è stato eseguito il campionamento dei gas interstiziali per la successiva caratterizzazione chimica e isotopica che ha permesso di verificare in modo inequivocabile l’origine di tali gas, risultati derivanti da fughe occulte dal corpo rifiuti attraverso i terreni incassanti con tipiche modifiche composizionali e isotopiche rispetto al gas originario legate agli effetti diluitivi e ai processi di ossidazione indotti dalla migrazione del biogas in ambienti più ricchi di ossigeno, prima della successiva riemersione in superficie.

Il SIT delle dighe del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: strati informativi ed esempi applicativi, Domenico Chiarolla, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Vittorio Gagliardi, Epsilon Italia

La Direzione Generale per le dighe e le infrastrutture idriche ed elettriche del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha avviato l’ampliamento del proprio SIT, per mettere a disposizione degli Enti deputati alla pianificazione dell’emergenza le aree soggette ad allagamento in caso di piene artificiali connesse a manovre degli organi di scarico o a collasso dello sbarramento.
Partendo da documentazione cartacea, sono state messe a punto idonee procedure per la creazione in ambiente QGIS dei vari strati informativi del SIT.

 

"Landslide Susceptibility GIS Modeling" Strumento per la pianificazione territoriale e l'Insurance Risk Management, Valerio Salvitti - Alessandro Cecili, Università Roma Tre

In questo lavoro vengono proposti una serie di modelli semi-automatici, prodotti utilizzando ArcGIS for Desktop, che permettono di elaborare le carte di suscettibilità da frana sul territorio italiano. Esso si rivolge alle Pubbliche Amministrazioni per la pianificazione territoriale e alle Compagnie Assicurative per la valutazione del Rischio catastrofale. Gli strumenti realizzati consentono all’utente di selezionare un’area specifica di studio (scelta per limite Amministrativo o digitalizzazione di un poligono) e di elaborare le carte di suscettibilità. Gli elaborati derivano dalla sovrapposizione di carte tematiche indicizzate, ricavate da un approccio euristico in cui l'utente può scegliere gli indici dello strato informativo relativo alla geologia. Per il calcolo della suscettibilità da frana è stato seguito il metodo ENEA-RomaTre che si sviluppa attraverso algoritmi personalizzati. Il risultato finale è rappresentato da 5 mappe di suscettibilità definite in base alle diverse tipologie di frana secondo la classificazione di Cruden e Varnes: Colate lente, Crolli, Debris flow, Rotazionali e Traslative. Infine, per mezzo di ArcGIS for Flex, sono state pubblicate le carte della suscettibilità da frana di tutto il territorio italiano calcolate secondo il metodo proposto.